Cerva: il processo simulato per evitare processo vero

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Ci sono giornate di scuola molto particolari, che non si dimenticano facilmente, che rendono pieni di orgoglio discenti e docenti, che regalano emozioni positive, senso di appartenenza, solidarietà, nuove consapevolezze.

Stamane, presso il Tribunale dei minori di Catanzaro, gli alunni delle classi IIA e IIIA della scuola secondaria di I grado di Cerva, Istituto comprensivo di Petronà, dirigente scolastico Rosetta Falbo, hanno messo in scena un processo verosimile sul tema del Cyber bullismo. Un processo simulato per evitare un processo vero: una grande  intuizione che fa proseliti tra i ragazzi.

Il progetto educativo “Ciak: un processo simulato per evitare un vero processo”, voluto dal Tribunale dei minori di Catanzaro, e in particolar modo dal Presidente dott. Luciano Trovato, in collaborazione con il M.I.U.R. – Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria, ha visto gli alunni dell’istituto comprensivo di Petronà, secondaria di primo grado di Cerva, impegnati a ricostruire le varie fasi dibattimentali e a interpretare i personaggi del processo penale dei minori. Il collegio del tribunale, giudici togati e onorari, pubblico ministero, testimoni, cancelliere, pubblico ufficiale, avvocati, imputati, assistente sociale hanno ricostruito la storia di Gaia, vittima di cyber bullismo. Si scrive role playing, si legge interpretazione di ruolo. In una parola: teatro. Gaia ha tentato di togliersi la vita, a causa di coloro che lei credeva essere suoi amici. Le sue foto, scattate in occasione di una festicciola innocente, vengono modificate. Il suo viso associato, tramite fotomontaggi, a scene di pornografia viene postato su whatsapp e condiviso da tanti, da troppi. Lei diviene oggetto di scherno e, sola e incompresa, cerca di suicidarsi. Durante il processo si cerca di ricostruire la vicenda per risalire ai responsabili. Tre amici e tra loro il ragazzo di cui Gaia era innamorata. Alla fine la sentenza, la giustizia riparativa che cerca di reintrodurre nel contratto sociale colui che è venuto meno alla fiducia e al patto della Legalità, perché le regole non sono un limite alla libertà, ma consentono di realizzarsi personalmente e socialmente.  Un assunto pedagogico che ha carpito l’attenzione dei discenti, suscitando entusiasmo, con meriti da ascrivere non solo alla competente professoressa Teresa Talarico della scuola “Corrado Alvaro” di Petronà, ma anche alla dottoressa Isolina Mantelli, al giudice Emma Scopelliti, al giudice Eboli e al dottor Massimo Martelli del Tribunale dei minori.

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Questi ultimi due sono stati nelle classi di Cerva per spiegare, prima del processo simulato, le nuove condotte trasgressive, come riconoscerle e contrastarle.

 Un plauso anche al Comune di Cerva, nelle persone del sindaco Mario Marchio e vicesindaco Pierino Colosimo, che hanno da subito messo a disposizione lo scuolabus per consentire ai discenti di raggiungere la città capoluogo.

Diffondere la legalità è importante, se lo si fa recitando, sorridendo e divertendosi si sfiora, per mezzo di mediatori analogici, il capolavoro educativo.