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L’arbëreshë scandisce i ritmi narrativi dei suoi romanzi, ne evoca le storie, l’accompagna in altre lingue e in altri luoghi e uno di questi è Andali; un paesino di pochi abitanti, che hanno le stesse origini dello scrittore, nella provincia di Catanzaro. Sulle note e le parole de “Il cielo è sempre più blu” di Rino Gaetano è stato accolto ieri pomeriggio, lunedì 23 Maggio, Carmine Abate, scrittore Premio Campiello 2012, che ha incontrato gli studenti e gli appassionati alla sua penna presso la sede del plesso scuola Andali dell’I.C. di Petronà. A introdurre la dirigente scolastica, Dott.ssa Rosetta Falbo, che, nel dare il benvenuto, ha invitato i presenti alla lettura del romanzo Vivere per addizione e altri viaggi, sintesi della volontà di recuperare storie tra più culture e confini. Carmine Abate ha raccontato la sua vita e i suoi romanzi.  L’emigrazione da Carfizzi, il destino che lo ha portato via dalla Calabria e l’amore per la sua terra, che deve riscattarsi dalle generalizzazioni, puntando sulla cultura, su quello che già abbiamo, che non sono le industrie, ma i valori e gli ideali della nostra gente. Sembrava di trovarsi in una sorta di salotto letterario che ha visto come moderatrice la Prof.ssa Teresa Talarico, docente referente dei progetti di lettura dell’I.C. e il coinvolgimento del libraio della Ubik di Catanzaro Nunzio Belcaro, il quale ha fatto sì che il prestigioso ospite si soffermasse sul suo ultimo romanzo “La felicità dell’attesa”, una saga familiare che abbraccia più generazioni nel panorama della Merica Bona, che vede il successo di Andy Varipapa e di Norma Jeane.
 
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Abate ha raccontato ai ragazzi, che gli hanno posto tante domande, che i suoi romanzi partono da un’immagine in movimento, come una ginestra accarezzata dal vento e di cui puoi sentire anche l’odore; immagini che coinvolgono i sensi e la necessità che smuove dentro. I ragazzi si sono poi esibiti ne “La canzone del sole” di Lucio Battisti, nella recita in lingua albanese di una fiaba di Letterio Di Francia, è stata letta una poesia dal titolo Gli anni veloci di Cecilia Scheri.
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Tutto registrato dalla preziosa telecamera di Giovanni Folino. E poi gli Andalesi, i quali hanno dimostrato di aver ben radicata la cultura dell’ospitalità e dell’accoglienza. È stata una festa derivata da un forte senso di appartenenza a una cultura che va recuperata, anche partendo dalle inserzioni lessicali in albanese antico nei romanzi di Abate. Uno scrittore che ormai è arrivato al popolo andalese, perché lui è così che si sente; popolo e ne interpreta soprattutto speranze e aspettative. Attese anche del giovane Sindaco Piero Peta, che ha voluto ricordare l’anniversario della strage di Capaci, dei cittadini, degli abitanti dei paesi limitrofi, degli insegnanti Emilia Spada, Francesca Perri, Antonietta Sculco, Kajusci Teuta, Teresa Cimino, Christian Cosentino, Patrizia Salerno, Giuseppe Voci, del vicesindaco Saverio Costantini, dei sorprendenti organizzatori del magnifico buffet Domenico Cacia e Pierangelo Cuda. E poi i genitori, le famiglie, gli alunni e i collaboratori. Tutti preziosi. Sarà, ma forse oggi, ancora di più, i nostri occhi brillano di una luce diversa: il barlume della felicità dell’attesa. 
 
 
prof.ssa Teresa Talarico
 
 
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