Duecento docenti hanno incontrato l’esperta Anna Armone

uditorio

Trattamento dei dati personali nelle scuole: una tematica che mal si concilia con il soggettivismo, l’improvvisazione, la negligenza.

Dell’ineludibile problematica in tempi di social network si è occupato un corso di formazione per docenti promosso, oggi venerdì 14 settembre 2018, dall’istituto superiore di Sersale in sinergia con l’istituto comprensivo di Petronà e l’istituto comprensivo di Sersale. Tema: regolamento europeo 679/2016 sulla protezione dei dati. In una parola: privacy.

Quasi duecento i docenti presenti nell’ auditorium di Porta del parco per ascoltare le poco banali argomentazioni di una profonda conoscitrice del mondo dell’istruzione: Anna Armone.

anna armone

Chi è? Funzionario presso la Scuola superiore della pubblica amministrazione di Bologna, membro della Presidenza del Consiglio dei ministri e autrice di numerosi testi per docenti e dirigenti. Una voce autorevole della scuola italiana e scalda il cuore sapere che è nata a Catanzaro.

La prolusione del corso di formazione è stata della dirigente scolastica Rosetta Falbo: “Vedere insieme tutti i docenti delle scuole di Sersale, Cerva, Andali, Petronà e quelli dell’istituto superiore di Sersale con sedi anche a Botricello e Taverna è un bellissimo colpo d’occhio. Anna Armone è molto conosciuta nel mondo della scuola e siamo orgogliosi di averla con noi. La scuola si fa insieme e la formazione è imprescindibile  se si vuole costruire la professionalità dei docenti. Oggi si parla delle ultime novità legislative in tema di privacy: ci sono cose che non si possono non sapere.”

Responsabilizzazione è stata la parola più usata da Anna Armone, l’ha ripetuta non meno di dieci volte ed ha subito spiegato il perché: “Il contesto scolastico è istituzionalmente pubblico e si perseguono interessi pubblici costituzionalmente garantiti. Il privato può pubblicare ciò che vuole a suo rischio e pericolo, ma il trattamento di dati personali degli alunni da parte della scuola deve tener conto della pericolosità potenziale del trattamento.”

Nessuna immagine è innocente e una foto pubblicata sulla rete fa il giro del mondo in men che non si dica con conseguenze inimmaginabili e sovente drammatiche.

Cosa fare? Conoscere e interpretare le normative vigenti, progettare la privacy, tutelare i diritti dei minori, organizzare campagne informative anche per gli studenti, minimizzare le informazioni, proteggere dati personali con codici e accessi riservati.

La pericolosità della rete è drammatica e un dato disperso su internet non si recupera più”, è stato l’accorato monito dell’apprezzata esperta in materia di trattamento dei dati.

Anna Armone, anche direttore della rivista “Scienze dell’amministrazione scolastica”, ha precisato che “ non basta più dire che non si è fatto nulla di illecito”, invitando gli educatori “a riflettere sulle palesi differenze tra comunicazione e diffusione.”

Comunicare è necessario, diffondere è pericoloso. Tradotto: solo se conosce la ragnatela, la mosca può evitare la fine che il ragno si attende.

Enzo Bubbo

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